La Commissione dell’Unione Europea potrebbe approvare molto presto il divieto di riconoscimento facciale nelle aree pubbliche per un massimo di cinque anni. A darne notizia il blog Reuters che ha pubblicato da qualche ora un articolo in merito.
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La misura ha lo scopo di frenare non sola la violazione della privacy messa in atto dalle numerose videocamere installate nei centri abitati (e non per “monitorare la nostra sicurezza”) ma al contempo fornire ai legislatori il tempo di proteggere i cittadini dalla catalogazione illegale e di opporsi alla recente ondate di numerose aziende dedite al riconoscimento.
La Commissione Europea ha affermato che vi sarebbero delle eccezioni alla norma per motivi di sicurezza, ma anche per la ricerca e lo sviluppo, anche se non si è espressa in modo netto sulla portata di questo divieto rimanendo sul vago.
Il divieto riguarda esclusivamente le telecamere di pubblica sicurezza oppure include telecamere in grado di identificare volti, come quelle dei bancomat e del traffico?
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Senza contare che a violare ancor più la privacy quasi inconsapevolmente sono proprio i dispositivi che ogni giorno ci accompagnano. Solo pochi mesi fa si è appreso che Google avvicinava le persona per strada offrendo incentivi in cambio di dati personali. Google Foto ad esempio ha migliorato notevolmente il riconoscimento facciale, le foto oggigiorno vengono automaticamente taggate e ordinate in base ai volti fotografati.
Mentre la codifica manuale è disponibile solo per quelle foto che non sono abbastanza chiare da distinguere per il software.
L’accuratezza del riconoscimento facciale di cui ora disponiamo sui nostri dispositivi ci fa sorgere una domanda: Il divieto verrà imposto anche ai terminali in nostro possesso ? Normalmente quando si è in vacanza si è portati a fare diverse foto per immortalare non solo i luoghi visitati ma anche tutto quello che facciamo e con molta probabilità il nostro smartphone è in grado di identificare le persone presenti nella foto che si conoscano o meno.
Con l’uso intenso dei social media, ci sono dozzine di modi in cui le foto e i volti delle persone possono essere caricati online senza alcuna autorizzazione e a loro insaputa.. Vista l’esperienza dell’UE nel legiferare riguardando la privacy, ci chiediamo se questo divieto tenterebbe di frenare anche il caricamento di immagini private?
Le nuove leggi proposte, così come sono state approntate, sono molto scarne di dettagli, il che ci lascia molto perplessi visto l’impatto che potrebbe avere su milioni di persone.
Ci auguriamo che quando la commissione sarà pronta ad attuare questo divieto avrà provveduto a fissarne i termini e trovato al contempo un modo per proteggere la privacy di noi tutti senza violare la nostra libertà e la voglia di scattarsi dei selfie in pubblico.
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