Da tempo ormai sentiamo parlare di concetti come modularità e smartphone modulari: ma cosa sono esattamente?
L’idea di modularità in ambito smartphone è nata da Google con il cosiddetto Project Ara. Il concetto è molto semplice: si parte da una “base” sulla quale inserire vari pezzi (chiamati appunto moduli) che sono del tutto personalizzabili nella forma, nel colore e nella posizione. In questo modo è possibile sostituire un modulo, come la fotocamera, e inserirne un altro in pochi secondi.
Avete presente i Lego? Più o meno l’idea è quella. I vantaggi sono molteplici: immaginate di dover cambiare batteria; in pochi semplici passaggi si può! E non solo. Anche i prezzi di questi moduli sono molto bassi permettendo così di avere uno smartphone secondo i propri gusti sempre aggiornato e a poco prezzo.
Google ci aveva creduto parecchio; erano già pronte le collaborazioni con Panasonic, TDK, iHealth, Toshiba, Sony Pictures Home Entertainment e Samsung. Abbiamo avuto modo di ammirare Project Ara in una breve comparsa durante la conferenza di Google tenutasi a San Francisco il 28 ed il 29 maggio del 2015.
Nel video di tre minuti mostrato durante la conferenza di Google, siamo riusciti ad ammirare un dispositivo Ara assemblato ( anche se sprovvisto di fotocamera integrata).
Purtroppo è di questi giorni la notizia che Google ha deciso di abbandonare il progetto. Questa decisione è stata presa principalmente perché ci sono problemi nello sviluppo. Tuttavia la cancellazione non è definitiva ma solo relativa alla realizzazione in proprio; questo significa che gli ingegneri di Google in futuro potrebbero concedere in licenza i progetti sia hardware che software ad aziende di terze parti. In attesa di vedere come evolverà la situazione, vediamo come si stanno muovendo altre aziende.
Partiamo da LG: la casa coreana ha presentato allo scorso MWC a Barcellona il suo nuovo top di gamma, ovvero il G5.
Questo smartphone ha la particolarità di avere la parte inferiore estraibile e sostituibile con altri moduli, i cosiddetti friends. Ne sono stati presentati tre: il modulo audio, il modulo fotocamera e il più classico modulo batteria.
Anche Lenovo sembra aver intrapreso questa strada con Moto Z. La società cinese non ha abbandonato la serie Moto, anzi, la arricchisce di nuovi smartphone e con i suoi Moto Mods. Cosa sono? Semplice: sono moduli aggiuntivi che vanno a migliorare il telefono rendendolo un piccolo proiettore o una fotocamera professionale.
Lenovo sembra aver interpretato meglio di Lg il concetto di modularità ma vedremo solo nei prossimi mesi come evolverà il settore.
E voi, cosa ne pensate degli smartphone modulari?
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