La pirateria su Internet è il tallone d’Achille di tutti coloro che detengono il cosiddetto “diritto d’autore” delle proprie opere siano essi film, libri, musica o altro.

La pirateria informatica si appropria in maniera indebita di file (video, audio, documenti o immagini) e programmi (software, app e simili), scaricandoli dal web oppure violandone i sistemi di sicurezza che li proteggono (protetti dal diritto d’autore o disponibili a pagamento) per poi renderli fruibili gratuitamente agli internauti.

Fino a qualche anno fa su Internet c’era tutto, tutto quello che ti serviva era a portata di click con centinaia di siti che offrivano materiale pirata senza alcun tipo di controllo.

Da un paio d’anni la Commissione Europea ha rafforzato il proprio controllo e creato una watchlist sulla pirateria, ovvero una lista monitorata di siti dediti alla pirateria, seguendo il modello precedentemente adottato dagli Stati Uniti.

Il modello si basa sui rapporti di gruppi di titolari di copyright che segnalano i vari siti Web e servizi che potrebbero promuovere la diffusione di contenuti illegali.

Ultimamente è stata resa pubblica la seconda edizione della watchlist sulla pirateria in cui sono apparsi per la prima volta i social network e, tra questi, c’è anche, il noto client di messaggistica, Telegram.

La watchlist  non è un elenco vincolante

 

watchlist EU pirateria

La lista di osservazione della pirateria non ha alcun valore legale nel senso stretto della parola perchè non è previsto alcun divieto o sanzione. Il suo obiettivo è avvisare i consumatori e gli operatori del mercato, nonché le autorità e i governi sui potenziali siti fraudolenti così da poter adottare misure appropriate per contrastarla.

Inoltre, la Commissione Europea ha evidenziato anche che “un altro obiettivo” della watchlist ossia creare consapevolezza tra i cittadini dell’UE sul tema dell’ambiente, la sicurezza dei prodotti e altri rischi di acquisto in questi mercati potenzialmente problematici”.

Oltre al già citato Telegram, ci sono altri nomi legati alla pirateria online che sono familiari: The Pirate Bay, Rapidgator, SciHub o Y2mate sono in testa a una lista enorme.

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La Commissione Europea ha deciso di includere i social network come nuova sezione all’interno della watchlist per il controllo della pirateria perchè quest’ultime ultimamente sono diventate un mezzo molto potente dove reperire contenuti illegali. Secondo i detentori del copyright, le piattaforme di social media vengono utilizzate per distribuire contenuti piratati su larga scala.

In reazione a ciò, l’UE ora desidera che le diverse piattaforme sociali rafforzino i controlli contro la pirateria e la diffusione illegale di contenuti. Solo Vk.com (il Facebook russo) e Telegram sono su questa lista nera , guada caso entrambe fondate da Pavel Dúrov. Sarà un caso? 

Telegram  assicura di contrastare la pirateria “rimuovendo rapidamente qualsiasi contenuto segnalato all’interno del client di messaggistica” ma, nonostante ciò, la Commissione Europea è molto dubbiosa dell’efficacia della lotta alla pirateria adottata da Pavel Dúrov.

Per potervi documentare in merito vi rimandiamo al report completo reperibile a questo indirizzo.

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